domenica 14 maggio 2017

La stalla, i buoi

#wannacry

AGGIORNAMENTO: (14 mag 16:15) in questo documento ci sono molte informazioni. Grazie al CNAIPIC e alla Polizia Postale per il lavoro che stanno portando avanti.

I fatti del 12 e 13 maggio mi hanno riportato alla mente un episodio, che vado a narrare.

Molti e molti anni fa lavoravo per conto di un grosso soggetto della PA italiana che si occupa di Sanità (lascio a voi indovinare). Tra le altre cose, io e il gruppo che coordinavo eravamo incaricati di mantenete un accettabile livello di sicurezza sui dati ultra-sensibili trattati dai loro computer. Un esempio per tutti: la Banca Dati dei Trapianti di Organo a livello nazionale: un database che deve essere continuamente aggiornato con le richieste in attesa, e con le disponibilità che derivano dai donatori purtroppo deceduti. C'è un intervallo brevissimo (massimo 15-30 minuti) fra l'espianto di un organo e il suo trasferimento (di solito con eliambulanza) alla Sala Operatoria dove sarà utilizzato. Naturalmente, tutte le informazioni contenute nel database sono classificate come "dati estremamente sensibili". Riporto questi particolari solo per dare una vaga idea del livello di allerta a cui eravamo sottoposti, e abituati.

In questo scenario, un bel mattino trovammo decine di computer infettati da uno stupido quanto fastidioso "worm" (il "conficker", per chi se lo ricorda), un programma virale che impedisce il corretto uso dei computer e si diffonde da uno all'altro in breve tempo. Naturalmente, la prima cosa da fare (come in una epidemia medica) è isolare i computer infetti e quindi procedere alla disinfezione, operazione che allora richiese quasi una settimana di lavoro e l'impegno di diversi specialisti (i miei colleghi).

Parallelamente, e coerentemente, ci fu chiesto conto dei motivi che potevano aver causato questa situazione. La risposta fu individuata in due fattori:

  1. mancato aggiornamento dei sistemi e delle protezioni
  2. comportamento a dir poco avventato di qualcuno del personale che utilizzava quei computer anche per scopi... non istituzionali.

Oggi come allora la storia si ripete. Sistemi obsoleti, che non vengono sostituiti (per i soliti motivi economici "finché funziona...") né aggiornati (a volte sono così obsoleti che gli aggiornamenti non sono disponibili, come è accaduto l'altro giorno con quei sistemi Windows XP). Personale non opportunamente addestrato all'uso (basta che sappia schiacciare i tasti giusti), né motivato ad una condotta corretta (ve lo immaginate un chirurgo che opera con le mani sporche o col coltellino che si è portato da casa?).

Purtroppo questa tecnologia informatica non è più un accessorio divertente, ma fa parte integrante del lavoro di molti, e perciò diventa vitale saperla usare in sicurezza, senza andarsi a cercare (inconsapevolmente) incidenti che purtroppo possono sempre capitare. Non così frequentemente né diffusamente.

 Buona navigazione e attenti a che cosa cliccate!

venerdì 12 maggio 2017

Fornitori... di spyware

Leggendo questo articolo si viene a conoscenza del fatto che su alcuni modelli di PC portatili risulta pre-installato software che intercetta la digitazione e la memorizza su un file leggibile a tutti. Un bell'esempio di spyware, della cui presenza a bordo naturalmente l'utente è completamente ignaro.

Se si considera la risposta del fornitore, possiamo tranquillamente dire di essere di fronte a un altro caso di "struzzismo" informatico. Tanto ormai.

In questo articolo e in questa nota tecnica i dettagli (in inglese), per chi fosse curioso.

venerdì 5 maggio 2017

Uno struzzo di nome Facebook

Navigando tranquillamente sul mio account Facebook, mi capita di imbattermi nel seguente "post consigliato" (cioè annuncio pubblicitario a pagamento):



Come si può facilmente notare, viene pubblicizzato un corso per diventare esperti di... attività illegali! Ricordo che in Italia l'accesso abusivo a sistemi informatici è punito dall'art. 615 ter del Codice penale, che recepisce una Direttiva europea e lo assimila alla violazione di domicilio.

Fin qui, niente di particolarmente sorprendente: internet pullula di iniziative criminali o di semplici millantatori al limite della legalità.

Il fatto sconcertante è che, pur avendo segnalato da due giorni, con i modi tortuosi previsti, a Facebook tale incresciosa situazione, non ho ricevuto ancora nessun riscontro: nemmeno la mail automatica che dice "abbiamo ricevuto la tua segnalazione e la stiamo analizzando". Niente di niente.

Anzi, quella nefanda pubblicità continua ad essere visualizzata sulla mia Home Page a intervalli regolari, e suppongo che Facebook incassi i relativi proventi pubblicitari.

Ulteriori segnalazioni, sempre seguendo le forche caudine delle procedure di Facebook, non hanno sortito miglior effetto.

Devo forse dedurre che Facebook, di fronte a segnalazioni che riguardano pubblicità a pagamento, nasconde la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo? Se così fosse, sarebbe una grande struzzata!

Non mi resta che mettere in guardia gli sparuti lettori di questo blog dall'accedere alle voluttuose proposte di quell'annuncio, qualora dovessero trovarsele davanti: i reati ipotizzati non sono uno scherzo, e rovinarsi la vita e la fedina penale per una semplice curiosità non mi sembra affatto consigliabile.